Testo originale di P. Reyes Muñoz; traduzione di Simona Sciuto
Il suo piatto a tavola, resta sempre vuoto. Con le sue piccole dita, ripulisce tutto quello che resta dello spezzatino…
Timidamente si lecca le dita, di nascosto, perché nessuno lo veda. I suoi occhietti si guardano intorno, teme di essere scoperto.
Si intuisce che vorrebbe del cibo in più.
Lo osservo con attenzione perché vorrei conoscerlo meglio. I suoi occhi incontrano i miei.
Si agita! “Ne vuoi ancora?”
Chiedo. Lui mi guarda e nasconde le piccole dita sporche.
“Te ne posso dare ancora?” Insisto.
“Puoi chiederne ancora, qui ce lo danno”, gli dice il bambino vicino a lui.
Senza parlare, mi fa un gesto timido. Boccuccia sporca, dita piene di cibo. Gli acchiappo il piatto e gli servo una porzione abbondante. Glielo passo ed immediatamente se lo divora con gusto, senza che gli importi più di nulla. Non segue nessuna regola di etichetta, mangia con le mani, semplicemente, senza più nascondersi.
L’altro bimbo che gli sta accanto lo ammonisce: “mangia con il cucchiaio!” Lui non ci fa caso e si gode il momento.
Il suo modo di mangiare mi piace, è invidiabile e contagioso.
Da bambino non mangiavo molto, vederlo mi stupisce. Lo guardo con tenerezza e lui se ne accorge. Ride con me ed io con lui. Siamo complici e ridiamo insieme. Prendo il cibo con le mani come lui, torno ad essere un bambino.
Nei giorni seguenti mi raccontò che mangiava così perché da dove veniva non si usavano queste cose (le posate). “Noi mangiamo con le mani. Non abbiamo piatti per tutti. Tutto il cibo sta in un unico piatto da cui ci alimentiamo insieme”. Quasi sempre mangiavamo tortilla, frijol e chili, per questo quando mangio spezzatino con pollo e carne, mi piace moltissimo e ne vorrei sempre ancora”. “Le torte non le conoscevo e tantomeno le feste di compleanno”. “Da dove vengo io, non esistono”. “La torta ha un buon sapore, quando può me ne porta un pezzettino?” Annuisco con la testa e comprende.
Non conosco la fame! E neppure il galateo! Imparai, come molti, a sedermi a tavola ed osservare le abitudini. Quindi pensavo fosse normale, visto che tutti lo facevano. Il mio bambino mi ha insegnato che è più bello godersi il momento piuttosto che apparire. Che il meglio della vita sta nelle cose semplici, in quello che ci dà gusto…che ci fa apprezzare il sapore della vita.
Per quelli che non sanno cosa significa non avere nulla, è una lezione di vita. Se ti fermi un momento, potrai scoprire che intorno a te ci sono cose meravigliose, fantastiche. “L’essenziale è invisibile agli occhi” è una frase famosa di uno scrittore francese, Antoine de Saint-Exupéry citata nel libro “Il Piccolo Principe”. Significa che il vero valore delle cose non è sempre evidente ai nostri occhi.